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27 Novembre 2009

Comunicazione, Del Presidente Del Consiglio Alfonzo, Al Sindaco Ed Ai Consiglieri

Comunicazione, Del Presidente Del Consiglio Alfonzo, Al Sindaco Ed Ai Consiglieri

27 November 2009


Sig. Sindaco, Esimi colleghi consiglieri, [e’ possibile scaricare la comunicazione in pdf]

ho reputato opportuno, a sedici mesi di distanza dall’insediamento di questa assise consiliare, porre alla Vostra illustre attenzione alcune mie riflessioni e considerazioni aventi l’umile obiettivo di analizzare la situazione pregressa e di fungere da base programmatica per l’avvenire.

Ho voluto formalmente inserire questo punto all’ordine del giorno, “Comunicazioni del Presidente”, convinto che in questa occasione il crisma dell’ufficialità non vada nella direzione di un inutile formalismo, ma piuttosto si inserisca in una tendenza dal sottoscritto avviata e che costituirà la linea direttrice di tutto il mio mandato presidenziale, volta a rielevare il prestigio e il decoro del Consiglio Comunale e della sua Presidenza, come ebbi a dire un anno fa.

Sono passati, dicevo, più di sedici mesi da quel 3 luglio 2008, da quelle linee guida tracciate nel mio discorso di insediamento che continuano a costituire il mio sentiero politico, dal quale non intendo assolutamente discostarmi, nella completa autonomia ed imparzialità che la carica Istituzionale che ricopro richiede per poter essere espletata al meglio.

La libertà da condizionamenti di alcun tipo, come ho detto quel 3 luglio, consente a questa Presidenza di essere una Presidenza forte, capace di dire no a chicchessia quando occorre ma al tempo stesso aperta a recepire tutte le proposte, da qualsiasi parte esse provengano, tendenti ad instaurare un dialogo costruttivo, nell’esclusivo interesse del nostro paese.

Notevoli sono i successi ottenuti da questo Consiglio Comunale in questo primo anno, soprattutto circa il raggiungimento di una stabile organizzazione da me auspicata e fortemente voluta un anno fa.

E’ un grande successo per questa Presidenza e per il Consiglio Comunale tutto prendere atto che ormai la Conferenza dei Capigruppo è un organo avviato, che è stato sempre consultato in occasione di tutte le convocazioni da me e, nel periodo in cui ero fuori per motivi professionali, dalla vicepresidente effettuate.

E’ altresì motivo di orgoglio e soddisfazione l’istituzione delle due Commissioni consiliari, luogo insostituibile per una prima disamina degli argomenti che saranno meglio approfonditi dopo qualche giorno in Consiglio Comunale, una delle quali, quella presieduta dalla D.ssa Marianna Pace, sempre regolarmente convocata prima dei consigli comunali.

A tal proposito sono convinto che anche la seconda commissione consiliare riprenderà da subito il lavoro iniziato dal presidente Giuseppe Tirrito, che è stato spesso impegnato per lavoro fuori in quest’anno, come me d’altronde, ma che, ne sono sicuro, si attiverà immediatamente dimostrando di non minimizzare l’importanza dell’Istituzione che presiede, soprattutto se si pensa che la seconda commissione consiliare ha tra le proprie competenze quella di esprimere dei pareri su settori importantissimi della politica castronovese e da me, per i miei trascorsi da assessore a tali rami, particolarmente sentiti e seguiti, quali attività sociali e culturali.

Certamente i risultati raggiunti in termini di organizzazione, che non erano poi così scontati da realizzare già nel primo anno, basti pensare che nelle consiliature precedenti quasi mai operavano le istituzioni predette, non debbono farci sentire appagati, anzi!!

Siamo solamente all’inizio, perché il Consiglio Comunale può e deve fare di più; mi si passi una frase forte che non vuole essere una provocazione, ma uno stimolo, una sfida a noi stessi, può e deve iniziare a lavorare. Perché finora è stato prevalentemente chiamato, peraltro saltuariamente, ad esprimersi su proposte provenienti dalla giunta.

E’ questa e solamente questa la naturale sede in cui poter indirizzare l’operato della Giunta, è il Consiglio Comunale che non deve limitarsi a controllare o, alcune volte, a ratificare decisioni prese altrove, ma deve saper indirizzare e programmare la politica locale, attraverso le deliberazioni che debbono essere ispirate esclusivamente dal buon senso e non solo o non sempre dall’appartenenza ad uno o all’altro schieramento.

E’ necessario e auspicabile che alcune decisioni vadano prese assieme o, perché no, con maggioranze trasversali; non ci sarebbe nulla di male, si dimostrerebbe anzi alla cittadinanza di essere un Consiglio Comunale composto non solo da persone qualificate, ma anche da persone con buon senso.

Confesso il mio imbarazzo in quelle, per fortuna poche occasioni in cui ho dovuto votare, solamente per spirito di appartenenza al mio gruppo, in senso contrario a delle richieste di dialogo provenienti dal gruppo di minoranza, da ultimo in occasione della richiesta, respinta, di rinvio di alcuni giorni onde poter approfondire i contenuti dell’atto più importante del Consiglio Comunale, il conto consuntivo, che è quell’atto attraverso cui il Consiglio può realmente controllare se in effetti l’Amministrazione ha attuato il suo programma annuale, predisposto in sede di bilancio di previsione.

Occorre che da ambedue le parti ci sia una disponibilità maggiore al dialogo, da parte dell’opposizione per dimostrare che non utilizza solamente metodi da alcuni definiti “inquisitori”, ma anche dal gruppo di maggioranza, perché chi ha i numeri in Consiglio e soprattutto chi ha ottenuto quell’enorme massa di voti nelle ultime elezioni, non può temere alcun confronto in Consiglio Comunale.

Da Presidente invito tutti quanti a rispettare quest’organo al quale apparteniamo, di sentirci fieramente componenti di uno dei migliori Consigli Comunali di Castronovo degli ultimi decenni: queste considerazioni da sole dovrebbero servire a spronarci, ad impegnarci sempre di più, ad essere più attivi nella formulazione degli atti, nell’approfondimento in Commissione, a farci promotori di iniziative che possono svilupparsi anche al di fuori di quest’Aula Consiliare.

Nel mio discorso di insediamento mi rivolgevo principalmente ai giovani del nostro paese, i quali, dicevo, ci stanno a guardare e perciò dobbiamo con la nostra attività quotidiana e con la nostra condotta essere per loro un valido esempio. Oggi mi correggo ma non per questo smetto di rivolgermi a loro.

I giovani non ci guardano, fuggono dalla politica e, dato il livello della stessa tanto nazionale, quanto regionale e, aggiungo, provinciale, non hanno tutti i torti. Occorre allora convincerli a voltare lo sguardo verso di noi, ma a tal fine non dobbiamo rimanere immobili a discutere in quest’aula, né tantomeno nei palazzi del potere, ma nemmeno stando al bar o in piazza o nelle campagne.

No, i giovani si raggiungono col loro linguaggio, come certamente ben sanno e mi insegnano quei colleghi, come me insegnanti, che siedono in questo consesso.

Si raggiungono anche coi mezzi informatici, coi social network che possono e devono essere usati in maniera sana, si raggiungono incontrandoli per illustrare loro cos’è un Consiglio Comunale, che competenze ha, perché un giorno potrebbero farne parte, anzi sarebbe auspicabile che ciò avvenga sempre in misura più ampia.

E’ mia intenzione, nell’ambito di quell’operazione trasparenza e partecipazione di cui ho parlato nell’ultimo numero di Comune Informa, tendente a far sì che si sappia tutto delle attività del Consiglio Comunale, organizzare coi giovani una serie di incontri a tema sul Consiglio Comunale, partendo dalle scuole di questo paese, facendo in modo che se Maometto non va alla montagna, mi si consenta questa popolare espressione dato che una delle mie missioni umane, culturali e politiche è l’affermazione della necessità dell’integrazione fra i popoli, è la montagna che deve andare da Maometto.

Ed allora nei prossimi giorni dei rappresentanti del Consiglio Comunale si recheranno nelle scuole per incontrare gli alunni, in collaborazione ovviamente con i vertici della locale istituzione scolastica. Organizzeremo una serie di incontri per illustrare in maniera semplice, simpatica e coinvolgente cos’è quest’organo, di cosa si occupa, a maggior ragione che annualmente anche gli studenti del nostro Istituto Comprensivo eleggono il Baby Sindaco e il Consiglio Comunale Baby.

Ma andando oltre, voglio soffermarmi su un periodo del mio discorso di insediamento che mi sta tanto a cuore: “Occorre che il Consiglio Comunale sia un luogo di crescita, politica certamente, ma anche culturale e pertanto auspico fin da ora che vi possano essere mozioni, ordini del giorno o semplici discussioni e dibattiti circa eventi di spessore che fuoriescano da Castronovo e che siano di enorme attualità nella società contemporanea e parecchio utili nella formazione umana e culturale non solo di ciascun Consigliere Comunale, ma anche e soprattutto di ogni cittadino”. Qui vengono le note dolenti.

A parte la mozione di stasera sulla sentenza della CEDU sul Crocifisso e qualche altra, sporadica dei mesi passati, dove sono stati in questi sedici mesi gli atti che avrebbero potuto e dovuto essere discussi per accrescere la formazione e lo spessore di questo Consiglio? Non è possibile che accadano fatti di attualità in qualsiasi settore e noi facciamo finta di nulla! E l’assunzione di responsabilità per questa nostra inerzia, magari dovuta a questo primo periodo, di rodaggio, la dobbiamo fare tutti noi consiglieri, Presidente in testa!!

Ed allora auspico che da ora in avanti ciascun consigliere si senta autorizzato a proporre anche solamente l’idea di deliberazione, poi penseranno gli uffici di Segreteria, che mi hanno coadiuvato in maniera eccellente fin qui, a tradurla in atti.

Un’altra piccola considerazione mi si consenta, inquadrandola sempre in quello spirito di voler stimolare tutti gli addetti ai lavori che ruotano attorno a quest’organo ad essere ancora più attivi e attenti nei confronti del Consiglio Comunale.

Le sedute consiliari non possono e non debbono essere viste come un intralcio alla propria programmazione degli impegni della settimana o delle proprie attività lavorative! Non è possibile che, per far coincidere alcune date, mi si costringa a sforare i termini, sia pur di pochi giorni per l’approvazione del bilancio di previsione o per il riequilibrio del bilancio.

Con l’amara sorpresa poi di dover leggere sul Giornale che alla Regione non risulterebbe che il nostro Comune ha approvato il riequilibrio quando invece è stato approvato già da due mesi, semplicemente perché anziché il 30 settembre l’abbiamo approvato il 1 ottobre o forse perché, per un motivo qualsiasi, non è stato immediatamente comunicato all’Assessorato regionale competente.

Non è possibile che gli atti economico-finanziari siano pronti quasi sempre qualche ora prima del Consiglio o della Commissione o che addirittura quest’ultima non possa tenersi perché gli stessi mancano ancora! Non puo’ funzionare così per cinque anni!

L’organo esecutivo ha il dovere POLITICO di far rispettare i tempi ai propri funzionari, perché le più che legittime censure che poi giungono dai Consiglieri Comunali non possono essere scaricate sugli stessi funzionari, ma debbono essere recepite dai responsabili politici addetti che hanno tutti i mezzi per far sì che non si ripetano tali inconvenienti in futuro, che si traducono in una totale mancanza di rispetto nei confronti di tutto il Consiglio Comunale.

Ricordo un fatto di qualche anno fa, ero un giovanissimo consigliere comunale, laddove all’ennesimo ritardo con cui la Giunta presentò al Consiglio un bilancio di previsione di cui non avevamo potuto studiare i numeri, perché consegnato ai consiglieri qualche ora prima della seduta, l’allora Assessore al ramo con una grande signorilità si assunse, come è naturale che sia, ogni responsabilità politica giungendo addirittura a rassegnare le dimissioni.

E allora invoco e auspico che gli uffici finanziari siano puntuali nella predisposizione degli atti fondamentali da sottoporre in Consiglio Comunale quali il bilancio di previsione, il conto consuntivo, il riequilibrio, le variazioni di bilancio.

Così come auspico che l’azione culturale di questa Amministrazione sia sempre tenuta alta, che non si abbassi mai la guardia e che si prosegua in una tendenza iniziata già qualche anno fa e dal sottoscritto fortemente incoraggiata e perseguita, volta a sottolineare l’importanza della riscoperta delle tradizioni e dell’identità siciliana e castronovese in particolare, elementi questi che debbono fungere da filo conduttore in qualsiasi iniziativa che voglia essere qualificata come culturale.

Magari partendo dal ristabilire l’antica dizione “Politiche Culturali” per denominare la relativa delega assessoriale, certamente onnicomprensiva, anche dei beni culturali, dal momento che la cultura certamente non può essere identificata solamente con un bene immobile del nostro paese, sia pure prestigioso e storico, ma va oltre ed è più ampia.

Occorre che continuino ad essere posti al centro dell’azione politico-culturale quelli che il mio carissimo amico Gero Di Francesco, Sindaco di Sutera, definisce “gli artigiani della cultura”, da me incoraggiati in passato a compiere continue ed apprezzatissime pubblicazioni aventi tutti come filo conduttore la castronovesità.

Tant’è che tali convegni non erano mai fini a se stessi o eventi isolati da calendarizzare due o tre volte all’anno, ma erano appuntamenti inseriti all’interno di un unico contenitore culturale, il Corso di studi etico-culturali, che il 12 dicembre vedrà inaugurare la sua quarta edizione.

Occorre a mio parere “legare” tutte le iniziative culturali, attenzionare maggiormente quelle inerenti il nostro territorio e considerare magari come un contorno, ma non certo come centrali, risorse culturali provenienti da altre regioni che hanno trovato fissa dimora nel nostro paese.

Auspico che vengano riprese alcune iniziative che avevano un retroterra storico e culturale e che non possono essere cancellate all’improvviso, e mi riferisco alla Fiera di San Pietro, che non deve essere una duplicazione della Truscitedda ma magari assorbirla o fondersi con essa, in quanto manifestazione plurisecolare, di cui tantissime fonti storiche parlano, con la relativa passeggiata a cavallo che era stata riproposta per ricordare una tradizione che annualmente, a partire dal XIII secolo e fino al 1817 i nobili e il clero castronovese usavano svolgere per recarsi alla “Fiera di San Pietro” che si teneva nei pressi del Casale e che, per come è stata organizzata dal mio Assessorato, consentiva di coinvolgere annualmente decine di persone.

Mi riferisco altresì al Palio dei Rioni e ad un’estate castronovese che sia più identitaria e che potrebbe, nel segno di quel sentimento di coesione politica da me invocato e auspicato, magari chiamarsi “Kars nubu – Estate in Festa”, recependo qui l’invito dell’amico giornalista Salvatore Butera a creare per il nostro paese un brand, una sorta di marchio riconoscibile, per usare parole sue, al pari della Baaria di Tornatore o della Vigata di Camilleri, ma altresì riprendendo un’idea di un mio predecessore che ha ben svolto il suo compito di Assessore allo Sport, Turismo e Spettacolo nel passato.

Occorre, a mio parere, che si abbia il coraggio di tornare ad investire risorse del bilancio comunale nella cultura e non attendere, per organizzare iniziative, che si ricevano cospicui finanziamenti regionali che oggi ci sono e domani, magari perché cambia l’assessore regionale di turno, potrebbero non esserci.

L’idea dell’anno scorso, da me pubblicamente apprezzata, della settimana della cultura andrebbe proseguita, anche con fondi comunali, purchè si realizzi con una cadenza annuale, così come avviene per il Corso di Studi etico-culturali, ponendo al centro aspetti culturali castronovesi.

Brevemente mi preme l’obbligo, confortato anche qui dall’attenzione che vorrete, cari colleghi consiglieri, prestare non tanto al sottoscritto, quanto alla carica istituzionale che ricopre, di sottolineare la sincera e leale collaborazione istituzionale in atto tra le due più alte cariche istituzionali del Comune, il Presidente del Consiglio Comunale e il Sindaco, del quale, lo ricordo sempre sono stato il Vice per cinque anni, in un quinquennio elettrizzante e ricco di stimoli, stress positivo e risultati.

A fronte di chi solamente è sfiorato dal pensiero che a causa dell’enorme impegno assunto al Coinres che presiede da un anno, addirittura non avrebbe più il tempo di occuparsi delle cose del Comune o non avrebbe più stimoli in quanto giunto al suo secondo mandato, fermo rimanendo che da qui al 2013 la Regione potrebbe approvare la legge che istituisce il terzo mandato per i Sindaci dei piccoli Comuni o addirittura eliminare del tutto i limiti temporali, ragione per la quale conoscendo il dinamismo e la capacità di Vitale Gattuso sarei pronto a scommettere che sarebbe Sindaco anche per il prossimo quinquennio, mi preme invece evidenziare come non solo il Sindaco continui a dirigere questa Amministrazione Comunale e lo fa con quella certosina meticolosità che lo caratterizza, ma anche come da castronovesi non possiamo non dirci orgogliosi e seguire con attenzione la parabola ascendente che Vitale Gattuso sta avendo nel panorama politico provinciale e siciliano.

Forte del mio ruolo istituzionale mi sento non solo di augurare al Sindaco di poter raggiungere sempre più alti traguardi politici, perché ne ha le capacità, dimostrate in questi anni nella conduzione dell’Amministrazione, ma anche di suggerire, di auspicare un’unità tra i castronovesi, senza vincoli di colore politico, attorno al suo nome nell’eventualità che possa essere impegnato in futuro in altri tipi di responsabilità ancora maggiori di quella che ricopre tuttora.

E’ segno di maturità politica e personale sottolineare, a Castronovo ma anche e soprattutto fuori Castronovo, la gestione oculata e corretta di Gattuso in questo suo anno di Presidenza al Coinres, sia in termini di capacità ad instaurare dei rapporti umani volti a dare serenità e supporto al personale, sia in termini di volontà a non darsi per vinto di fronte ad una difficilissima sfida, consapevole che la riforma degli Ato supererà questa esperienza e con l’auspicio, e ciò ci accomuna, che si possa tornare ad una gestione diretta da parte dei Comuni dei rifiuti, sia anche in forma consorziata.

Mi si consenta, infine, un’ultima considerazione, questa volta di natura personale. Avevo detto in questa sede ai miei colleghi consiglieri, qualche mese fa, quando per motivi professionali sono stato costretto a continui viaggi dal Nord al Sud dell’Italia e viceversa, che non avrei messo in difficoltà l’Istituzione da me presieduta e quindi la cittadinanza, perché il Consiglio Comunale di Castronovo necessita di un Presidente che sia tale a tempo pieno, che non sia condizionato da rigidità quali quelli imposti dagli orari scolastici, che sia vicino fisicamente e non lontano centinaia di chilometri come lo sono stato io per otto mesi.

Ho cercato di fare il possibile e direi anche l’impossibile per portare avanti il compito al quale, esimi colleghi, il 3 luglio 2008 mi avete chiamato, prendendo l’aereo ben dieci volte in otto mesi, una volta ogni due settimane, per venire a presiedere i consigli comunali, ad attivare le commissioni consiliari, a presiedere le conferenze dei capigruppo, trovando comunque la preziosa collaborazione della mia vicepresidente. Avevo detto che vi avrei liberato da questa anomalia e che non vi avrei messo comunque in difficoltà.

Bene oggi posso comunicarvi la mia definitiva decisione di rimanere a tempo pieno a presiedere questo Consiglio Comunale, essendo stato, su mia richiesta, collocato in aspettativa per mandato amministrativo a scuola per questo anno scolastico, rinunciando pertanto alla retribuzione di insegnante e non ho difficoltà ad ammettere che farò in tal maniera da qui al 2013, anno della naturale scadenza della consiliatura.

Per non essere vincolato da orari di alcun genere ho deciso di dedicarmi esclusivamente alla mia professione di avvocato, che peraltro ben si concilia con il ruolo di Presidente del Consiglio Comunale.

A tal uopo ho depositato in segreteria il decreto di collocamento in aspettativa, dal quale si evince che non percepisco retribuzione alcuna dalla scuola, perché chiunque possa prenderne visione, dato che sono convinto che un personaggio pubblico debba essere al di sopra di ogni sospetto, come la moglie di Cesare direbbe il Presidente Fini, e rendere conto della propria situazione economica, patrimoniale e lavorativa alla cittadinanza nella maniera più trasparente possibile.

Ho deciso altresì di rinunciare, con comunicazione che lunedì produrrò al segretario generale, al rimborso delle spese di viaggio che, per il fatto di risiedere fuori Castronovo ormai da più un anno, per legge mi spetterebbero. Sentirei tale rimborso moralmente del tutto ingiustificato, dato che mi reco in paese per assolvere alla mia funzione politica e per motivi professionali.

Insomma colleghi consiglieri, questo Presidente è totalmente al servizio del Consiglio Comunale e quindi della cittadinanza di Castronovo attraverso un’attività, dopo cinque anni trascorsi da Vicesindaco in prima linea e tra la gente, che magari oggi è dietro le quinte, tra le carte, ma costante e certosina, nell’esclusivo interesse di quella che considererò sempre la mia città, Castronovo di Sicilia.

Il Presidente del Consiglio Comunale, Avv. Alessandro Alfonzo

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